Lovesick Duo
Lovesick Duo
in concerto
all’Isola degli Internati
Per gli appassionati di Rock’ n’ Roll delle radici, del Mississippi Delta Blues, del Country e del Bluegrass arriva il Lovesick Duo. Dopo anni di concerti a New Orleans, dopo tournée in Italia ed Europa con formazioni ricche ed eterogenee, Paolo Roberto Pianezza e Francesca Alinovi approdano a Gualtieri per un concerto pomeridiano nel posto più blues che Gualtieri possa vantare, la zona dell’Isola degli Internati.
I Lovesick Duo sono due musicisti assolutamente fuori dalle righe, che riportano al pubblico il sound e il groove della vecchia musica della tradizione (da Chuck Berry a Hank Williams, da Buck Owens a Little Richards, per finire con i traditional della musica di New Orleans).
Gli ultimi viaggi a New Orleans hanno catapultato i Lovesick in un mondo vecchio e nuovo al tempo stesso: hanno eliminato ogni fronzolo dalla loro musica e la presentano così “nuda e cruda”, con le percussioni suonate slappando sul contrabbasso come facevano i vecchi bluesmen on the road.
Oltre a un repertorio di classici del Blues e del Rock’ n’ Roll Paolo Pianezza e Francesca Alinovi propongono al proprio pubblico una serie di brani di loro composizione, con testi originalissimi e un sound carico di energia.
Nel 2018 è uscito il nuovo disco di 13 brani originali dal titolo La Valigia Di Cartone.
voce e chitarra Paolo Roberto Pianezza
contrabbasso e voce Francesca Alinovi
Appunti sul paesaggio
Blues, l’Isola degli Internati è tutta un respiro di blues. Un’inquietudine impasta l’acqua e la terra della creazione mitica, il verde selvatico con la luce accennata dell’alba, la faccia scrutatrice della luna con le sagome dei casotti a palafitte. Una melanconia che sfocia spesso in gioia e scuotimento quando ci si incontra.
L’Isola degli Internati prende il nome dalla vita dei soci di una Cooperativa di Lavoro, quasi tutti I.M.I, Internati Milittari Italiani, sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi, prigionieri senza esserlo. Al ritorno, senza lavoro, sentirono la necessità di unirsi e pretesero di coltivare sull’isola che c’è, pioppi, salici da palo, “penès”, vimini per l’industria del trucciolo e dei cesti e per gli agricoltori che coltivavano vigne. Tagliavano legno e cantavano i propri sogni, piantavano barbatelle e discutevano della nuova vita, del passato forse no. Gli ex internati acquistarono anche una decauville per muoversi sull’isola e poi caricavano tutto il legno su barche fino al piazzale e i carrettieri la portavano alla ferrovia.
Il loro canto diventava eco tra le foglie e cantavano i loro sogni e anche il loro passato. Al di là la riva della lanca, sulla riva opposta udivano tra i colpi secchi delle ascie, i muggiti di un uomo dalla vita parallela in cerca di un bacio inseguibile. Gli ex internati dall’isola rispondevano al canto delle donne che tornavano dai bugni per lavare i panni. Alla sera un bicchiere di vino e un ballo con la propria bella non si poteva negare.
Gian Luca Torelli