Socialmente
dom. 26 / 7 / 2015
ore 15.00
Socialmente
Frigoproduzioni
Un giorno o un anno di vita (la dimensione atemporale impedisce ogni cronologia esatta) di due giovani totalmente alienati. In un’allucinazione continua scorrono i sogni di successo e gli incubi di fallimento di due soggetti desiderosi di essere ma incapaci di farlo.
La nostra poetica è volta a esplorare il grado zero delle dinamiche di relazione interpersonali. Gli elementi caratterizzanti di questa scelta sono da una parte la compressione del testo, o meglio del linguaggio utilizzato, che implode e si disintegra: la forma privilegiata di comunicazione non è né il dialogo, né il monologo, ma lo sproloquio, verbale e fisico, che si muove tra lunghi silenzi e improvvise esplosioni. Dall’altra, la scelta di lavorare nelle coordinate dello spazio mentale dei personaggi, spazio nel quale non è possibile stabilire una linea netta di demarcazione tra un’azione ed un pensiero del personaggio.
La realtà in cui viviamo è scandita dall’irreale. Il principio di realtà è subordinato a un principio di virtualità, che lo influenza e definisce. Ad esempio l’identità di ciascuno di noi è complementare all’identità virtuale. Se non sono su Facebook, in parte non sono anche nella realtà. Mettere un like, aggiungere o bloccare qualcuno, eliminare un amico sono tutte azioni assolutamente virtuali, irreali, eppure la ricaduta di tali azioni è tangibile, reale: la tristezza che ci procura l’essere eliminati o il gusto lievemente sadico legato al bloccare una certa persona sono sentimenti reali, che percepiamo sulla nostra pelle. I social network sono dei contenitori all’interno dei quali si sviluppano e si sfogano le nostre pulsioni, le nostre emozioni, le nostre paure. Un altro contenitore virtuale che media la realtà percepita è la televisione. Ciò che accade all’esterno e che non sperimentiamo in prima persona, lo viviamo attraverso i mezzi virtuali. Questo meccanismo vale a tal punto che, alle volte, l’irreale prende il sopravvento sul reale: non siamo toccati dal signore che incontriamo per strada e che ci chiede l’elemosina, fatichiamo a vivere pienamente un sentimento amoroso, ma un’inchiesta sui clochard e un talent sul canto possono emozionarci sino alle lacrime. In questi specchi virtuali ritroviamo noi stessi, più di quanto riusciamo a farlo nel reale, nella vita vissuta.
uno spettacolo di Frigoproduzioni
drammaturgia Francesco Alberici
ideazione e regia di Francesco Alberici e Claudia Marsicano
assistente alla regia Daniele Turconi
con Francesco Alberici e Claudia Marsicano