Recensione: “The Ridere”

«Grasse risate e pugni insanguinati». Sul foglio di sala la compagnia Aronica/Barra utilizza questa espressione per descrivere il suo The Ridere, ultimo dei sei spettacoli in programma per la tenace edizione 2020 di Direction Under 30 al Teatro Sociale di Gualtieri. In scena un affiatato duo comico (Salvatore Aronica e Stefano Barra, appunto) che aspira alla grandezza delle grandi coppie del passato – ad aprire lo spettacolo Padners di Dean Martin e Jerry Lewis –, in particolare quella di Gaspare e Zuzzurro (di Gaspare sentiamo anche una dichiarazione registrata dopo la morte di Zuzzurro). La scena è pressoché nuda, solo un’asta con microfono, strumento di relazione diretta con la sala, due sedie e un paio di oggetti sul fondo. Vestiti di rosso e giallo, Pappa e Gallini si presentano come due giovani comici che desiderano fare “le loro cose” per farsi conoscere nel mondo dello spettacolo. Da subito è chiaro che non è semplice, non solo per le difficolta del sistema, ma perché quando si è in due, bisogna trovare il compromesso per andare d’accordo. Finché si è in due, tuttavia, si può sempre tentare, ma se d’un tratto uno dei due abbandonasse l’impresa o, addirittura, morisse? Che ne sarebbe dell’altro? Questo interrogativo è decisamente curioso ed è il nodo fondamentale della messinscena. Non sveleremo la risposta, lasciare aperto il quesito fa parte della contraddizione che lo spettacolo vuole indagare.

L’operazione, che si sofferma sulle dinamiche di relazione interne al duo, aspira anche ad aprire una riflessione più ampia sulla comicità e sulla risata, batte diverse strade, si serve di una comicità immediata e semplice, da sketch, tenta un humor più scuro, osa fino al comico cattivo e provocatorio, con l’idea di mettere alla prova il pubblico. Tuttavia la drammaturgia, se da un lato mostra chiaramente l’intenzione di voler fare uso di registri differenti, causa dall’altra parte una  disomogeneità che rende in qualche caso faticoso o leggermente forzato lo sviluppo della storia. Lo spettacolo si mantiene ambiguo, non grassa risata né pugno insanguinato. Almeno, non fino in fondo: il linguaggio cambia con scatti improvvisi e le medaglie hanno risvolti imprevisti, per cui ogni assestamento è un inganno e da un momento all’altro tutto si ribalta, anche con violenza. Come a dire che il cambiamento sconvolge l’ordine all’improvviso, e non sai mai cosa comporta. E questo vale pure per il cambiamento più radicale nella vita di un uomo: la morte.

The Ridere è ambizioso, dal momento che la compagnia vuole condurre una sorta di esperimento di fruizione e rompere l’invisibile quarta parete, con un pugno sanguinoso dritto in faccia alla gente che dovrebbe ridere. È uno spettacolo ambizioso ma manca di ambizione, comico ma manca di comicità, è di rottura ma non rompe.

Marta Cirello

 

Visto al Teatro Sociale di Gualtieri il 30.08.2020