A.L.D.E.
non ho mai voluto essere qui
TERRENI FERTILI FESTIVAL / DIRECTION UNDER 30
A.L.D.E.
non ho mai voluto essere qui
TERRENI FERTILI FESTIVAL / DIRECTION UNDER 30
Giovanni Onorato
A.L.D.E. non ho mai voluto essere qui
Quando
domenica 14 luglio
ore 17.30
Dove
Teatro Sociale di Gualtieri
Durata
75 minuti
Prezzi
intero > 8 euro
under 30 > 5 euro
Abbonamenti DU30
2 show > 20% di sconto
4 show > 35% di sconto
6 show > 50% di sconto
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il tuo posto in sala
Informazioni
abbonamenti, riduzioni speciali
orari e altre info
Arduino Luca Degli Esposti era un nostro amico. Diciamo “era” perché una serie di circostanze hanno fatto sì che si gettasse contro un treno in corsa fra le fermate di Fidene e Montelibretti, sulla linea del treno regionale RV18322 diretto a Fara Sabina, nel Lazio.
Di Arduino sono rimaste le cose a cui teneva di più, forse le uniche cose che voleva sopravvivessero: i suoi quaderni. Arduino non faceva che dire di essere un poeta. Si presentava così, scriveva durante le feste, con la musica alta, seduto sul divano; ti fermava mentre gli stavi parlando perché gli era venuta un’idea e si metteva a scrivere. Una volta che non trovava una penna l’ho visto abbrustolire un bastone sul fuoco e usarlo come carboncino. Arduino era un poeta. Voleva esserlo a tutti i costi e probabilmente era l’unica cosa che lo facesse sentire al sicuro, che lo facesse sentire reale. In uno dei suoi quaderni ha appuntato questa frase: “La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.
Note di regia
È difficile dire quando cominci un progetto. Tuttavia se devo stabilire un inizio direi che questo progetto è nato durante la prima quarantena, leggendo Roberto Bolaño, in particolare “I detective selvaggi”. Mi colpisce profondamente il modo in cui, nella sua scrittura, la poesia diventi un pretesto per parlare di tutt’altro. In quasi 700 pagine di romanzo in cui si parla quasi esclusivamente di poeti non compare neanche una poesia, anzi, ne compare una. Una poesia di Arthur Rimbaud in cui probabilmente viene raccontato uno stupro, da lui subìto. Se le cose stanno così, il fatto che Arthur, appena quindicenne, abbia mandato questo componimento a tutte le persone a cui voleva bene suonerebbe come una richiesta d’aiuto più che un “cosa ne pensate?” e il fatto che non abbia più parlato al suo maestro, Monsieur Izambard, dopo la sua risposta in cui lo accusava di essere volgare, racconterebbe una tragica storia di incomprensione. Ecco, con molto cinismo, questo è un esempio di come una poesia può diventare una narrazione: le poesie si pongono sempre come enigmi, a volte sembra quasi che riguardino solo chi le scrive, eppure le storie che ci sono dietro si rivelano sempre “umane” nel senso più ampio del termine. Raccontare, o inventare, le storie che ci sono dietro agli scritti apre le porte ad una visione labirintica e stratificata della realtà, in cui tutto è vita, e tutto rappresentazione della stessa.
Giovanni Onorato è nato a Roma nel 1995, approfondisce il teatro fuori dalle accademie. Importanti per la sua formazione sono gli incontri con il teatro di Roberto Latini, Daria Deflorian e Antonio Rezza, oltre al laboratorio performativo di Adriano Mainolfi. Nel 2016 si trasferisce a Berlino dove studia danza contemporanea per una anno presso il Tanzfabrik Berlin. Tornato a Roma lavora con Dante Antonelli, Filippo Timi e la compagnia Fettarappa/Guerrieri. Nel 2022 debutta il suo primo lavoro, Suck my Iperuranio, finalista Direction Under 30 2023 e vincitore del premio Luna Crescente. A.L.D.E. non ho mai voluto essere qui è il suo secondo progetto autoriale: ha debuttato nella rassegna “Anni Luce” del RomaEuropa Festival ed è stato finalista al bando Biennale College e vincitore della menzione speciale al premio “tuttoteatro.com” Dante Cappelletti. Onorato è coinvolto dalle compagnie Deflorian/Tagliarini e Muta Imago a far parte del progetto “Index”. Segue il corso di alta formazione Malagola a Ravenna. Studia filosofia e scrive canzoni. Ha lavorato come cameriere, fornaio, detective e autista.
ideazione e direzione Giovanni Onorato
con Giovanni Onorato, Mario Russo
musiche di Mario Russo, Lorenzo Minozzi
consulenza alla drammaturgia Claudio Larena e Giulia Scotti
disegno luci originale Fabrizio Cicero
costumi Chiara Corradini
si ringrazia per il prezioso sguardo Daria Deflorian
prodotto da Index Muta Imago / Romaeuropa Festival
residenza produttiva Carrozzerie n.o.t
con il sostegno di Angelo Mai Occupato, Ex-Mercato di Torre Spaccata, Fienile Fluò, Settimo Cielo, Teatro Biblioteca Quarticciolo
fotografie Chiara Corradini
Quando
domenica 14 luglio
ore 17.30
Dove
Teatro Sociale di Gualtieri
Biglietti e altre informazioni
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Arduino Luca Degli Esposti era un nostro amico. Diciamo “era” perché una serie di circostanze hanno fatto sì che si gettasse contro un treno in corsa fra le fermate di Fidene e Montelibretti, sulla linea del treno regionale RV18322 diretto a Fara Sabina, nel Lazio.
Di Arduino sono rimaste le cose a cui teneva di più, forse le uniche cose che voleva sopravvivessero: i suoi quaderni. Arduino non faceva che dire di essere un poeta. Si presentava così, scriveva durante le feste, con la musica alta, seduto sul divano; ti fermava mentre gli stavi parlando perché gli era venuta un’idea e si metteva a scrivere. Una volta che non trovava una penna l’ho visto abbrustolire un bastone sul fuoco e usarlo come carboncino. Arduino era un poeta. Voleva esserlo a tutti i costi e probabilmente era l’unica cosa che lo facesse sentire al sicuro, che lo facesse sentire reale. In uno dei suoi quaderni ha appuntato questa frase: “La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.
Note di regia
È difficile dire quando cominci un progetto. Tuttavia se devo stabilire un inizio direi che questo progetto è nato durante la prima quarantena, leggendo Roberto Bolaño, in particolare “I detective selvaggi”. Mi colpisce profondamente il modo in cui, nella sua scrittura, la poesia diventi un pretesto per parlare di tutt’altro. In quasi 700 pagine di romanzo in cui si parla quasi esclusivamente di poeti non compare neanche una poesia, anzi, ne compare una. Una poesia di Arthur Rimbaud in cui probabilmente viene raccontato uno stupro, da lui subìto. Se le cose stanno così, il fatto che Arthur, appena quindicenne, abbia mandato questo componimento a tutte le persone a cui voleva bene suonerebbe come una richiesta d’aiuto più che un “cosa ne pensate?” e il fatto che non abbia più parlato al suo maestro, Monsieur Izambard, dopo la sua risposta in cui lo accusava di essere volgare, racconterebbe una tragica storia di incomprensione. Ecco, con molto cinismo, questo è un esempio di come una poesia può diventare una narrazione: le poesie si pongono sempre come enigmi, a volte sembra quasi che riguardino solo chi le scrive, eppure le storie che ci sono dietro si rivelano sempre “umane” nel senso più ampio del termine. Raccontare, o inventare, le storie che ci sono dietro agli scritti apre le porte ad una visione labirintica e stratificata della realtà, in cui tutto è vita, e tutto rappresentazione della stessa.
Giovanni Onorato è nato a Roma nel 1995, approfondisce il teatro fuori dalle accademie. Importanti per la sua formazione sono gli incontri con il teatro di Roberto Latini, Daria Deflorian e Antonio Rezza, oltre al laboratorio performativo di Adriano Mainolfi. Nel 2016 si trasferisce a Berlino dove studia danza contemporanea per una anno presso il Tanzfabrik Berlin. Tornato a Roma lavora con Dante Antonelli, Filippo Timi e la compagnia Fettarappa/Guerrieri. Nel 2022 debutta il suo primo lavoro, Suck my Iperuranio, finalista Direction Under 30 2023 e vincitore del premio Luna Crescente. A.L.D.E. non ho mai voluto essere qui è il suo secondo progetto autoriale: ha debuttato nella rassegna “Anni Luce” del RomaEuropa Festival ed è stato finalista al bando Biennale College e vincitore della menzione speciale al premio “tuttoteatro.com” Dante Cappelletti. Onorato è coinvolto dalle compagnie Deflorian/Tagliarini e Muta Imago a far parte del progetto “Index”. Segue il corso di alta formazione Malagola a Ravenna. Studia filosofia e scrive canzoni. Ha lavorato come cameriere, fornaio, detective e autista.
fotografie Chiara Corradini
ideazione e direzione Giovanni Onorato
con Giovanni Onorato, Mario Russo
musiche di Mario Russo, Lorenzo Minozzi
consulenza alla drammaturgia Claudio Larena e Giulia Scotti
disegno luci originale Fabrizio Cicero
costumi Chiara Corradini
si ringrazia per il prezioso sguardo Daria Deflorian
prodotto da Index Muta Imago / Romaeuropa Festival
residenza produttiva Carrozzerie n.o.t
con il sostegno di Angelo Mai Occupato, Ex-Mercato di Torre Spaccata, Fienile Fluò, Settimo Cielo, Teatro Biblioteca Quarticciolo
Durata
75 minuti
Prezzi
intero > 8 euro
under 30 > 5 euro
Abbonamenti DU30
2 show > 20% di sconto
4 show > 35% di sconto
6 show > 50% di sconto
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