GIULIO BELLOTTO
Sono le 5 di mattina, Milano è avvolta dall’afa.
E’ il 23 luglio e mi chiedo sconsolato perché non potevo andare in vacanza al mare come tutti. Gli esami li ho finiti – la maggior parte li ho pure passati dignitosamente. Non è facile studiare latino d’estate; si tratta di una contingenza che si può affrontare giusto una volta nella vita, in occasione della maturità, e non si dovrebbe ripetere mai più. Invece…
Ripongo il dizionario sul più vicino scaffale e con un sospiro chiudo la valigia.
Tre ore dopo. Piazza Bentivoglio, Gualtieri, RE. Non me la ricordavo così maestosa.
Dopo essere sceso dall’auto, l’unico Bla Bla Car Milano-Gualtieri della giornata, il cui orario poco meno che notturno ha costituito una vera sfida per i miei ritmi circadiani di studente post-sessione estiva, mi avvio verso il Teatro Sociale.
Percorrendo il cortile d’onore del vecchio palazzo signorile, sul cui lato si apre il vecchio Teatro Principe, mi viene in mente l’immagine della motocicletta di Antonio Ligabue, il matto del villaggio nella Bassa Reggiana novecentesca: pittore geniale dalla sensibilità panteista, una delle sue tante manie consisteva nel legarsi alla schiena le tele appena finite, coi colori ancora freschi, e partire rombando per mostrare ai compaesani il frutto di tanto sforzo, per condividere la bellezza che solo lui sapeva creare.
Sto camminando su quelle tracce di ruote, penso. Non certo in senso letterale; sarebbe una concessione fin troppo romantica soffermarsi sulla geografia artistica del secolo scorso.
Ma il gesto di caricarsi l’arte in spalla e portarla in giro ha un senso ancora oggi. Direction Under 30, il festival del quale scriverò nei prossimi giorni, ha recuperato quel significato profondo, svolgendo esattamente la stessa funzione delle tele di Ligabue: diffondere ciò che è bello, ciò che merita di essere visto.
Mostrare un opera, un lavoro, una fatica e sottoporli a giudizio. Oggi come un secolo fa abbiamo disperatamente bisogno dell’arte, della pittura, del teatro; dobbiamo sempre seguire le orme della motocicletta.
E d’improvviso mi ricordo perché non sono andato al mare. Come l’anno scorso, buon festival a tutti!