RENATA SAVO
Alta poco più di un metro e cinquanta, cerco almeno di essere all’altezza, e curiosa di tutto: da bambina dicevo di voler fare la baby-sitter, la biologa, la compositrice di colonne sonore, l’insegnante di danza, la fisiatra e la psicologa. Soprattutto la psicologa. All’età di 16 anni, infatti, mi era diventato chiaro come un satellite di avere una certa predisposizione naturale verso la comprensione della psiche e dei comportamenti umani. E visto che i miei, nel corso dei soliti litigi adolescenziali, mi ripetevano in continuazione che avevo la lingua tagliente di un avvocato d’accusa, ho capito che l’unica cosa da fare era unire insieme le due doti e tentare la carriera del critico. Poi, va be’, a ventidue anni ho scoperto che oggi il critico non guadagna facendo il critico… che il suo lavoro è sempre meno un mestiere e sempre più un hobby… e che con la cultura non si mangia… e bla bla bla. Io è da allora che ho cominciato a scrivere per il web (mentre ero alla ricerca di altre doti nascoste, ma questo è un altro discorso).
Tuttavia, ci siamo: critico per passione al Teatro Sociale di Gualtieri, di cui ho sentito molto bene parlare. D’altra parte, che cosa si può fare, ancora, con una laurea in DAMS? Sto ancora cercando di capirlo. “Stanno” – anzi -ancora cercando di capirlo. Il bello è che a me non è bastato sbagliare una sola volta. No. Tra pochi mesi prevedo di intascare e cestinare anche il titolo di secondo livello (chiamarla “laurea” mi vien difficile!) in “Spettacolo teatrale: teorie e tecniche”.Probabilmente, però, neppure una seconda volta mi sarà bastata: perché da quando ho capito che se deciderai di essere critico per passione non vuol dire – per forza – che riuscirai ad esserlo anche di mestiere, possiedo tutte le buone intenzioni per provare a fare un dottorato nel campo dei “performance studies” e diventare una studiosa.
Tendenze masochistiche? Manie di auto-distruzione? Forse, forse, avrei dovuto scegliere di studiare psicologia e aiutare quelli come me.
Ma ormai siamo qua… “Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio.” (cit.)
P.S. Sono Vicedirettrice e Caporedattrice della sezione di Arti performative della “rivista di cultura a 360°” “Scene Contemporanee.it”.