LE ERINNI O DEL RIMORSO | Punti di vista DU30

Opinioni della giuria critica su
ERINNI O DEL RIMORSO
del gruppo teatrale Ortika

 

“Un tuffo nel buio di ciò che è inafferrabile.
Una crociera ipnotica che parte da una tecnica vocale e prossemica accurata.
Uno sfuggire alle Erinni che rincorrono chi non ha saputo compiersi, chi si è interrotto, chi è diventato solo copia di se stesso.
È preferibile avere un talento o esserne del tutto privi? Le Ortika ci presentano una duplice risposta, innumerevoli quadri drammatici di quella depressione che non sa abbandonarti, che non sai sciogliere, che non vuoi lasciare andare.”
Clizia Riva, 30 anni, Reggio Emilia

 

“Il gruppo Ortika realizza un ritratto vivido di una ragazza-simbolo della generazione under 30. Artista mancata e assicuratrice frustrata, perseguitata delle Erinni per aver rinunciato al proprio talento, la protagonista mostra le lacerazioni dell’anima del nostro tempo. La ferocia della dimensione mitica e il mal di vivere contemporaneo. Linguaggio teatrale che guarda a  Sarah Kane e al teatro classico.”
Laura Timpanaro, 30 anni, Milano

 

“Erinni O del Rimorso, spettacolo del gruppo teatrale Ortika, porta in scena eroine depresse, in crisi esistenziale, nel vortice di tempeste emotive, bloccate da tutti quei ‘non posso’, ‘non sono  capace’, ‘non riesco’, limiti imposti dalla stessa natura umana, nel suo essere inadeguata, inadatta, nella sua fragilità, nella sua paura più atavica: il fallimento.
Sole, in mezzo al mare in tempesta, esperimenti di un gioco crudele, dopo la fuga, si trovano inevitabilmente ad affrontare le Erinni, si mettono a nudo di fronte agli altri e, soprattutto, di fronte a loro stesse.”
Valentina Dall’Ara, 30 anni, Vicenza

 

“E’ il sogno di chi sogna di morire, in scena tra tragicommedia e pianto ilare – uno amarissimo – che dà spessore alle pirotecniche follie del disegno luci. Costantemente si assiste al crudele gioco tra due simboliche entità, trasposte ma non per questo meno realistiche e credibili: forse sorelle, paziente e psicofarmaco, vittima e guru-guaritrice sadica, chissà, nel confondersi tra loro e con le peggiori paure di ogni spettatore s’impauriscono e creano un orrore sincero che atterrisce. Ne emerge solo una sensazione fluida d’annegamento, di nausea concretizzata in una vasca da suicidio marylinmonroesco che nasconde un’altra vasca, stavolta di pesci ma senza pesci e ricolma di oggetti di scena, neri semplici e muti. Al di fuori, una scenografia accurata e senza fronzoli accoglie i riflessi dell’acqua scura, amplificando l’onda di disgusto che riflua in platea. Un colpo nello stomaco per ciascuno.”
Giulio Bellotto, 22 anni, Milano

 

“Un canto di angoscia, un grido che vomita parole, viene partorito dalla bocca di una giovane donna persa nei labirinti oscuri della propria vita. La sua identità è debole, perdente, tanto che si ritrova a partecipare a una “crociera di sequestro emotivo” dove la sua folle guida tenterà invano di rieducarla al successo. L’una è lo specchio e la condanna dell’altra, vittima o carnefice a seconda delle regole del loro macabro gioco.”
Sara Bonci, 25 anni, Arezzo

 

“Erinni O del rimorso: la compagnia Ortica mette in scena il demone della depressione.”
Imma Amitrano, 24 anni, Napoli

 

“Delirio a due dove il pathos tragico esalato dalle attrici cede il passo troppo spesso a una strumentalizzazione forzata dell’arma comica.
Pulviscolo drammatico generato da una serie di quadri giustapposti che evidenziano come la difficoltà di conciliare un corpus letterario cosí eterogeneo si possa ripercuotere su un piano strettamente drammaturgico.”
Edoardo Borzi, 22, Roma