Recensione: “In limine. A proposito di Her-on”
Alle Baccanti che gli rimproveravano un comportamento scellerato, l’Orfeo dei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese risponde che «tutto è lecito a chi non sa ancora». Come a dire che finché non si sa che cosa ci sarà dopo si ha il potere di fare tutto, soprattutto di farlo senza colpa; e proprio senza colpa è anche il personaggio a cui la performer Giulia Spattini ha dato vita in Her-on, spettacolo che ha ideato e diretto, andato in scena al Teatro Sociale di Gualtieri nell’ambito della tre giorni di Direction Under 30. Siamo di fronte all’affresco di una vita bambina che deve necessariamente fare i conti con le responsabilità del diventare adulti, ma che non sa come fare. La voce della protagonista, nella prima delle uniche due occasioni in cui viene utilizzata, ci informa con tono piatto e neutro degli studi dell’antropologo Arnold Van Gennep, che ha messo in luce come nelle società subsahariane la perdita della purezza infantile, con il conseguente ingresso nel mondo dei grandi, venga sancita sempre da un rito collettivo; mentre ciò non accade nelle nostre società.
Il problema è, allora, prepararsi da soli ad affrontare il salto, crearsi un proprio rito di iniziazione. E proprio a ciò stiamo assistendo: al tentativo di uscire dal proprio guscio protettivo per muovere i passi nel mondo dei grandi. Un neon dalla luce fredda ci indica che il proscenio è in realtà uno sgabuzzino, un ambiente asfittico, dove però la protagonista trova protezione. È questo il punto fermo di partenza e di ritorno delle sue esplorazioni del palcoscenico: si aggira dinoccolata e circospetta, a passi lenti, con le ginocchia flesse, per poi ritornare sempre a rifugiarsi nella stanzetta.
Ma la realtà esterna urge e irrompe continuamente in forme diverse dentro il suo rifugio, e la insidia. Incapace di difendersi, ne viene fagocitata; un abito troppo grande la rende goffa e irriconoscibile, i muscoli le si contraggono, i movimenti si fanno fratti e nervosi.
D’un tratto uno schianto di cocci in frantumi annuncia che l’infanzia si è definitivamente conclusa: il vaso che ne conteneva la purezza, l’innocenza e le illusioni è andato in pezzi, per sempre. È ora, quindi, di affrontare il passaggio decisivo, oltrepassare quello spazio liminare che separa dalla vita adulta.
A questo punto la scena si fa sempre più fredda e buia. Viene da chiedersi la luce dov’è quando serve? Ma la risposta è pronta: là, sullo schermo, un filmino delle vacanze estive di famiglia del lontano 1995 illumina la scena, e ci confida l’amara verità che tutti dobbiamo accettare; cioè che la felicità dell’infanzia non potrà mai ritornare, bisogna custodirla nel ricordo e andare avanti. Per poterlo fare, però, serve una guida. E la performer ci propone quella che lei si è scelta: un airone, quasi umano (un uomo dalla testa di uccello), che dallo schermo invita lei e il pubblico a seguirlo in uno dei suoi voli erratici lontano da casa. L’aiuto viene accettato: strisciando come un serpente che cerca di liberarsi dalla pelle vecchia non più adatta ad ospitarlo, la protagonista abbandona via via le vesti della fanciullezza e si erge al centro del palco, consapevole di sé, con lo stupore di chi ce l’ha fatta, di chi è sopravvissuto al rito.
Calibrato nelle interazioni fra musiche e video, lo spettacolo si regge su una struttura narrativa tanto semplice e essenziale quanto efficace. Nelle scelte registiche nulla è artefatto o gratuito. Giulia Spattini riempie ed occupa la scena col suo corpo scolpito e potente. I suoi movimenti danno vita a una danza viva e comunicativa. La sua espressività scenica arricchisce di sfumature tutta la vicenda e riesce a rendere vividi quei fantasmi contro cui tutti noi ci siamo trovati a combattere prima di diventare adulti.
Un’intenerita commozione invade la platea, composta quasi esclusivamente da giovani under 30: lo spettacolo parla il loro linguaggio e lo fa pizzicando nervi ancora scoperti.
Questo spettacolo ha vinto il Premio della Critica di Direction Under 30 (2019)
Gabriele Orlandi
Visto al Teatro Sociale di Gualtieri il 20.07.2019