Alessia Tondo
Alessia Tondo
Sita
in concerto
alla Tenuta Bigliana
“Sita è il mio racconto più intimo, quello che fino ad ora avrei raccontato o sussurrato all’armadio della mia stanza e a nessun altro. È la mia rosacea, i miei perché più insidiosi, la mia luce più bella. È l’attacco di panico peggiore e il migliore antidoto per placarlo. Sita è nato dal petto e dalle viscere, in solitudine. Non ha bisogno di urlare ma di sgrovigliare, è l’esorcizzazione del ‘malepensiero’, il mio rito di guarigione che si compie col racconto. Mette a posto le sensazioni e i pensieri. Solo dopo essere nato ha incontrato gli altri, si è fatto vedere nudo, così e ha aspettato, aspetta ancora di essere accolto”.
Dalle prime parole di Alessia Tondo si intuisce che Sita, il suo album d’esordio da solista, raccoglie una vita più che una sequenza di canzoni. Concepito e sviluppato come la sua personale narrazione di un rito di guarigione, Sita è un lavoro prezioso, intimo ma al tempo stesso universale, magico e profondo. Uno dei rari esempi in cui la cultura popolare, nello specifico quella del Salento da cui Alessia Tondo proviene, è personalizzata e trasfigurata in chiave visionaria.
Dall’infanzia nel gruppo Mera Menhir alla popolarità internazionale con il Canzoniere Grecanico Salentino, Alessia Tondo è una delle voci più significative del panorama pugliese. Lanciata dai Sud Sound System, a soli tredici anni è diventata voce solista dell’Orchestra della Notte della Taranta.
Nel Salento la sita è la melograna, simbolo di buon augurio, di incontro e condivisione. A questa simbologia Alessia si è ispirata per immaginare un disco-manifesto, un’opera in otto tracce scritte interamente da lei – con la partecipazione del violino di Mauro Durante del Canzoniere Grecanico Salentino e del violoncello di Redi Hasa – e caratterizzate da un’ampiezza di elementi, dall’acustico all’elettronico, tra ballate arcane, intrecci vocali antichi che grazie a loop e pattern diventano contemporanei. Una filosofia di fondo minimale, appena accennata, ispirata al cantautorato intimo di Nick Drake e alla malinconia di certe ballads di Tom Waits.
Sita svela un volto misterico e terapeutico della musica popolare, al tempo stesso racconto individuale del quotidiano dell’artista e narrazione di un quotidiano collettivo in cui chi ascolta può riconoscere un pezzo della propria esperienza. In questa seconda accezione Alessia Tondo ci propone una musica popolare che per essere tale si lega al concetto di “musica del popolo”, e che quindi che unisce e crea condivisione.
voce, chitarra, percussioni e loop station Alessia Tondo
Appunti sul paesaggio
Tenuta Bigliana
Nel XVIII secolo la Corte Bigliana apparteneva al grande latifondo del Conte Antonio Re, che si estendeva fino al Canton Scuro. Antonio Re fu uno dei più importanti protagonisti della Rivoluzione reggiana del 1796.
Alla fine del XIX secolo la tenuta del Conte Re viene frazionata e la Corte Bigliana acquistata dalla Banca Agricola Commerciale di Moncalvo di Asti.
Nel 1920, il 31 luglio, la Cooperativa Agricola di S. Vittoria acquista per mezzo della Federazione delle Cooperative agricole di Reggio Emilia le tenute delle corti Bigliana, Capitaglia, Castellaro Superiore o Vecchio, Castellaro Inferiore o Nuovo (costruito nel 1917-18), Bocchina, Barchessa Vecchia o Cà Rossa, Barchessa Nuova o La Barchessa, Cà Bassa.
Nel novembre del 1925 la Tenuta Bigliana viene rivenduta alla famiglia Benelli, industriali di Brescello, produttori della nota spongata.
Dal 1934 al 1951 si succedono vari proprietari, tra cui la Società Istituto Di Espansione Automobilistica, cosiddetta I.D.E.A., la ditta Treves di Bonfili di Venezia, la Società Riunione Adriatica di Sicurtà (R.A.S.) di Trieste, fino alla Società Cooperativa Agricola “La Libertà”.
Vittorio Parenti e don Angelo Melegari, parroco di Santa Vittoria, sono stati i promotori della nascita di quest’ultima. Fondata il 20 ottobre 1950 e composta da 120 soci, prende possesso proprio nel 1951 di 250 ettari della Tenuta Bigliana attraverso la Cassa per la Formazione della Piccola Proprietà Contadina, diventando la più grossa Cooperativa socialdemocratica della provincia di Reggio.
Viene premiata con diversi diplomi e medaglie d’oro per l’allevamento bovino. Dal punto di vista agricolo, negli anni, incentra la propria produzione soprattutto sulla coltivazione di riso arboreo, di cocomeri, meloni, zucche, ortaggi di cui diviene una delle maggiori e apprezzate produttrici locali.
L’azienda agricola si sviluppa in un contesto ambientale ideale per la sosta, l’alimentazione e la nidificazione di specie faunistiche protette: nel 1990 ha ottenuto l’autorizzazione Provinciale per la creazione di un’azienda Faunistica e Venatoria nonché caccia stanziale e migratoria di più di 300 ettari.
Gian Luca Torelli
Quando
domenica 10 luglio
ore 21.30
Dove
Tenuta Bigliana
Santa Vittoria, via Ospedaletto
vedi su Google Maps
Durata
70 minuti
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