Lame Da Barba

dom. 1 / 7 / 2018
ore 21.00
90 minuti
Biglietteria
Evento gratuito sino ad esaurimento posti
Ghiarone
A Pieve Saliceto di Gualtieri.
Presso la rotatoria all’incrocio fra via Pieve, via Ghiarone e via Zappello

Lame Da Barba
in concerto
alla rotonda del Ghiarone

Dal valzer alla tarantella, dalla Grecia ai Balcani, passando per l’Armenia fino a ritornare alla colonna sonora in stile italiano, le Lame da Barba mantengono salde le loro radici mediterranee, cercando spunti in ogni dove per creare qualcosa di nuovo che porti con sé un sapore antico.
Le Lame da Barba spettinano la tradizione per creare nuovi brani che possano fare proprio un linguaggio nuovo, fresco ed attuale: vere e proprie cornici, colonne sonore per raccontare immaginari vasti e senza confini.

Le Lame da Barba sono un quintetto bolognese che ha scelto come palcoscenico le strade e le piazze delle città. E allora quale posto migliore di un incrocio di strade?
A Pieve Saliceto, piccola frazione di Gualtieri, tre strade si incontrano al centro, in quel centro in cui tutti sono solitamente di passaggio. E proprio lì le sonorità delle Lame da Barba – che spaziano dai mandolini siciliani alle tarantelle del Sud, dalle musiche greche fino ad arrivare ai Balcani – ci faranno fermare per strada e allo stesso tempo viaggiare, abbracciando tutto il Mediterraneo.

chitarra, mandolino e mandola Francesco Paolino
chitarra, mandolino e mandola Alessandro Predasso
sax e clarinetto Stefania Megale
contrabbasso Gabriele Laghi
cajon, darbuka e tamburi a cornice Alberto Mammollino

Appunti sul paesaggio:
via Ghiarone

Ghiarone, non si sa da quando questa strada porta questo nome, ma sembra che derivi dalla presenza di un grosso sasso posto all’inizio della deviazione del Trivio verso il Po. Via Zappello fa quadrivio, ma questa è un’altra storia.

Questo “Ghiarone alias Giaròn” è ricordato per i numerosi inciampi procurati ai passanti sia a piedi, sia a cavallo, sia carrozzati. Era un sasso paracarro? Un sasso errante che qui trovò dimora? Un sasso dimenticato lì chissà da chi? Uno dei sassi lanciati dal Furioso Orlando tradito? Un piapiaco Termine, visto che ci troviamo in trivio, quasi quadrivio? Non si sa, fatto sta però che le aree alluvionate presso il Po erano dette “giare”, come si evince da antiche mappe.

Ma questo trivio, che non riguarda la Grammatica, laRetorica e la Dialettica è semplicemente una strada proveniente da oriente che si divide in due: una va verso l’importantissima Plebs, già esistente prima del 1000, e l’altra prosegue verso Boretto, ma con due scarti importanti, uno a capo levante e l’altro a capo ponente, dove un tempo avremmo trovato due castelli: Castello dei Rasori a ovest e Castello di Walther (Castrum Valterii) a est.

Pieve Saliceto, in realtà è un lungo paese che sorge sul groppone curvo di un grosso drago arenatosi nelle sabbie padane irte di salici, ma dalle carni fertili. Quindi se proveniamo da Castel Gualtiero, al trivio dobbiamo decidere se avviarci verso il santuario dell’Annunciata, ricostruita nel 1653-1659, o trovar mestiere d’armi nei castelli di sanguigni signori. Or l’uno or l’altro?

Ponderiamoci nel mentre nell’albergo dalla bifora veneziana alla Coducci, forse un tempo triviale bettola, che proprio dal trivio ci invitava trivialmente a beneficiare dei piaceri che la vita concede. In questo trivio, nel 1840, tanti “giovinastri d’ambedue i sessi danzavano a tutta forza” sulla pubblica via al tempo dei “divini uffizi”, al canto del violino di Pietro Cagnolati, detto Pidino, prima d’esser spogliato del violino e poi tradotto nelle carceri! Straviati ragazzi e malvagi violinisti che cercavano in aggiunta al peso della miseria un poco di insostenibile leggerezza di essere.

Gialuca Torelli

Nel programma di
Stagione 2018
Fuoriuscite!

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