Le Benevole
sab. 23 / 4 / 2016
ore 21.00
60 minuti
In collaborazione con
COMUNE DI GUALTIERI
ANPI SEZIONE DI GUALTIERI
ASS. CULTURALE ARKADIIS
FERRARA OFF
Le Benevole
Lettura scenica da Jonathan Littell
Maria Paiato
Ogni anno celebriamo la ricorrenza del 25 aprile, della Liberazione dal nazifascismo, attraverso spettacoli, discorsi, cerimonie. Ogni anno tutto questo rischia di essere velato da una patina di retorica che va a posarsi sul tema della “memoria” come una polvere sottile che rende sempre più lontani nel tempo i temi della resistenza, della lotta per la libertà e dello sterminio di milioni di ebrei. Il rischio è la perdita di quegli anticorpi culturali, che hanno la facoltà di impedire il ripetersi ciclico della storia.
Le Benevole di Jonathan Littell è un’ottima occasione per tentare di scuotersi di dosso la polvere, per ripensare il nostro rapporto irrisolto con il nazifascismo in modo differente. Siamo di fronte ad un testo che non divide il campo in buoni e cattivi in maniera netta, un testo che sfuma i confini aprendo le porte ad un dibattito non semplice.
Maximilen Aue, l’SS nazista protagonista di Le Benevole, dice ai suoi interlocutori: «non cerco di dire che non sono colpevole di questo o di quel fatto. Io sono colpevole, voi non lo siete, mi sta bene. Ma dovreste essere capaci di dire a voi stessi che ciò che ho fatto io, l’avreste fatto anche voi». In queste parole di Max Aue c’è chi, molto frettolosamente, ha letto una giustificazione del nazismo in prospettiva storica da parte di Littell. Non è così: la visuale è più complessa. Littell attraverso le “confessioni” del suo personaggio SS ci pone una domanda precisa: vogliamo davvero considerare lo sterminio di milioni di ebrei una parentesi di follia del secolo scorso? Vogliamo davvero pensare che pochi sadici criminali siano riusciti a mettere in piedi da soli una macchina di morte così effcace e ramificata?
La risposta, tra le righe del romanzo, va nella direzione che Hannah Arendt ha ben delineato ne La banalità del male: lo sterminio è stato portato avanti da uomini mediocri, come Eichmann. Uomini che si limitavano a portare avanti il loro lavoro, come un operaio in catena di montaggio, del tutto alienati dal risultato finale di quel lavoro. Uomini molto simili a noi, ogni volta che ci lasciamo andare alla mediocrità, ogni volta che lasciamo cadere il senso critico, ogni volta che stiamo all’interno di un sistema di potere senza cercare spazi di libertà.
In occasione della Festa della Liberazione, Associazione Teatro Sociale di Gualtieri invita Maria Paiato a interpretare un adattamento de Le Benevole di Jonathan Littell, in forma di lettura scenica.
da Jonathan Littell
adattamento Riccardo Paterlini
con Maria Paiato
luci e scena Associazione Teatro Sociale di Gualtieri
produzione site-specific Associazione Teatro Sociale di Gualtieri
fotografie Nicolò Cecchella