Olivier Gotti
sab. 26 / 9 / 2020
ore 17.30
Isola degli Internati
Nella Golena di Gualtieri.
Accesso in macchina da Viale Po e proseguimento a piedi fino all’area del concerto.
90 minuti
Biglietteria
Evento gratuito sino ad esaurimento posti
Misure di prevenzione Covid-19
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Olivier Gotti
in concerto
all’Isola degli Internati
Olivier Gotti è un giovane musicista francese. Globetrotter e appassionato di musica, ad un tratto decide di togliersi il grembiule da cuoco per realizzare il suo sogno: vivere della propria musica. Viaggia molto e da autodidatta coltiva, con l’umiltà che lo contraddistingue, le sue abilità musicali nei bar inglesi e in Nuova Caledonia. Da queste peregrinazioni torna con una grande padronanza del Blues e una fedele compagna, la sua chitarra Lapsteel: Weiss.
Spesso si tende a paragonarlo a un certo Ben Harper: stessa posizione seduta, stessa chitarra hawaiana (la famosa Weissenborn appoggiata sulle ginocchia), stesso bottleneck (lo slider che scorre sulle corde), stesse melodie ibride cantate con fervore. Il paragone è lusinghiero, e non si può dire illegittimo, in quanto Olivier Gotti sta affinando da diversi anni un blues urbano che piace sempre più agli appassionati del genere e non solo.
Negli anni ha calcato numerosi palchi in Francia e in Europa, suonando con i più grandi del jazz e del blues come Bob Brozman, Elliot Murphy, Fred Chapelier, Michel Hausser, Philip Sayce, Dawn Tyler Watson, Mountain Men, Guy Bellanger. Nel 2013, ha aperto il concerto di Carlos Santana al Jazz Festival che si svolge ogni anno nell’antico anfiteatro di Vienne, in Francia, abbagliando con il suo talento gli oltre 7000 spettatori presenti.
Nel 2015 registra in studio il suo primo album, Little Boy Child, ispirato a quelle realtà che trovano posto in un mondo soggetto a disuguaglianze e ingiustizie. È così che ascoltando un brano dopo l’altro si fanno nitide nella mente le immagini dei campi di cotone, o di un parco giochi di una piccola cittadina sul Mississippi, di scene di vita quotidiana dove l’occhio di chi guarda coglie il carattere dei personaggi, ne mette a nudo l’essenza, tessendone con testo e musica le emozioni più profonde.
E sono ancora quelle emozioni crude che ritornano nel suo secondo lavoro, A Way to Win (2018), dove il blues di Olivier dipinge scontri alcolici in bettole malfamate, dove cuori e mascelle vanno in briciole; case, strade, officine, bar, campi e rive dei fiumi diventano il palco scenico di ingannatori e ingannati, vittime e carnefici, amanti, pazzi, prevaricatori: uomini, donne e bambini.
Una nuova opera che a livello musicale combina radici e innovazioni ritmiche, tradizione blues e modernismo, mantenendo un’anima ortodossa e allo stesso tempo trasformandosi verso altre estetiche.
guitar lapsteel, voce Olivier Gotti
Appunti sul paesaggio
Blues, l’Isola degli Internati è tutta un respiro di blues. Un’inquietudine impasta l’acqua e la terra della creazione mitica, il verde selvatico con la luce accennata dell’alba, la faccia scrutatrice della luna con le sagome dei casotti a palafitte. Una melanconia che sfocia spesso in gioia e scuotimento quando ci si incontra.
L’Isola degli Internati prende il nome dalla vita dei soci di una Cooperativa di Lavoro, quasi tutti I.M.I, Internati Milittari Italiani, sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi, prigionieri senza esserlo. Al ritorno, senza lavoro, sentirono la necessità di unirsi e pretesero di coltivare sull’isola che c’è, pioppi, salici da palo, “penès”, vimini per l’industria del trucciolo e dei cesti e per gli agricoltori che coltivavano vigne. Tagliavano legno e cantavano i propri sogni, piantavano barbatelle e discutevano della nuova vita, del passato forse no. Gli ex internati acquistarono anche una decauville per muoversi sull’isola e poi caricavano tutto il legno su barche fino al piazzale e i carrettieri la portavano alla ferrovia.
Il loro canto diventava eco tra le foglie e cantavano i loro sogni e anche il loro passato. Al di là la riva della lanca, sulla riva opposta udivano tra i colpi secchi delle ascie, i muggiti di un uomo dalla vita parallela in cerca di un bacio inseguibile. Gli ex internati dall’isola rispondevano al canto delle donne che tornavano dai bugni per lavare i panni. Alla sera un bicchiere di vino e un ballo con la propria bella non si poteva negare.
Gian Luca Torelli
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