Partschótt
Partschótt
Andrea Dante Benazzo
Spettacolo finalista Direction Under 30
Debutto nazionale
Si racconta che nell’antica età dell’oro sul monte Catinaccio splendesse il meraviglioso roseto del Re Laurino, che egli stesso tramutò in una pietraia poiché causa di un’infelice storia d’amore e combattimenti. Oggi, solo quando gli ultimi raggi del sole tingono le rocce di una luce rosseggiante, il giardino perduto mostra il suo antico splendore e per qualche attimo si possono contemplare i riverberi delle magiche rose del Re. “Enrosadira” è il nome ladino di questo fenomeno. Dopo la sconfitta di Laurino, il suo popolo decise di nascondersi all’interno delle montagne. L’unico a non rifugiarvisi fu il custode dell’antico roseto. Egli decise di costruirsi una capanna sopra un colle e rimanere in solitudine a vegliare sulle terre dove un tempo splendevano le rose. Il suo nome è Partschótt.
Il 29 ottobre 2018, a una velocità di oltre 200 chilometri orari, la raffica di vento più forte mai registrata sulle Dolomiti ha sradicato oltre quattordici milioni di alberi. Il Passo di Costalunga, tra le zone colpite, a partire dal 1965 ha ospitato le vacanze di tre generazioni della mia famiglia. Dall’ottobre 2016 al dicembre 2017, mio padre è stato l’unico residente del luogo. In seguito alla crisi economica del 2008, fu condannato per il fallimento della Gibiemme, l’azienda di famiglia fondata dal mio bisnonno settant’anni prima. Decise così di trasferirsi nella nostra casa di montagna. Nel marzo del 2019 fu costretto a svuotarla e abbandonarla. Subito dopo la tempesta ho istintivamente iniziato a raccogliere materiali sugli effetti del disastro climatico e sulla presenza della mia famiglia nel luogo, dando vita a un archivio multimediale dove le due vicende potessero intrecciarsi.
Il pubblico è accolto nel mezzo di un viaggio che lo invita a socchiudere gli occhi. Una figura in penombra, di spalle, posiziona oggetti indefinibili davanti alla regia a vista. La flebile luce di un proiettore. I suoni amplificati di un computer. Il vocabolario adoperato è in costante oscillazione. Partschótt abita l’inconsistenza, la sottrazione. Questa si concretizza – e solo l’enrosadira concede questa possibilità ossimorica – nell’apparire solo in lontananza e come un riverbero della presenza performativa. Attraverso una sessione di esplorazione dell’archivio, le mie vicende biografiche lasciano lentamente il ruolo di oggetto di indagine al tema dell’eredità, alla paura del vuoto. L’immagine di repertorio viene lentamente spodestata dalla sua sacralità familiare ed eretta a simulacro. Questa si mostra in tutta la sua ineluttabilità ed evanescenza. Indagandone le crepe, Partschótt espone al pubblico il mio processo di comprensione dell’inefficacia – e quindi forse dell’inesistenza – della memoria. Un viaggio dall’età dell’oro alla pietrificazione del roseto. Partschótt è una semi-soggettiva, una “visione con” sulla solitudine, sull’estraneità. Uno sguardo sul nulla.
Andrea Dante Benazzo nasce a Milano il 29/03/1996. Inizia il suo percorso di formazione come attore a Roma presso il Centro La Cometa, dove è significativo l’incontro con Fabiana Iacozzilli, per poi proseguire presso l’Accademia Silvio d’Amico. Qui entra in contatto con registi e attori come Daria Deflorian, Massimiliano Civica, Valentino Villa, Arturo Cirillo. All’interno di questo contesto formativo si profila una necessità autoriale che lo porta a spostarsi dall’interpretazione alla ricerca registica. Il suo primo lavoro, “in alto il Sole in basso”, debutta al Festival Contaminazioni 2018. Qui incontra Laura Accardo, diplomata all’Accademia di Belle Arti nel corso di Arti Multimediali, e dalla loro collaborazione nascono i progetti “Partschótt” ed “end-to-end”, prossimo al debutto presso il festival TiQ 2022. Nel 2020 è assistente alla regia di Alessandro Businaro per “George II” (Biennale Teatro); nel 2022 è assistente alla regia di Valentino Villa per “Au bord” (RomaeuropaFestival). Il suo lavoro esplora, attraverso la live performance e le sue possibili estensioni transmediali, l’accumulo, la catalogazione e la statistica come mezzi di espressione della fragilità umana. Usando l’archivio e l’atlante come grammatiche, ne esplora le contraddizioni. Partendo da autobiografismo e documentarismo, indaga la non linearità, la non coerenza e l’inesistenza della realtà.
di e con Andrea Dante Benazzo
collaborazione artistica Laura Accardo, Mattia Colucci
sound design Federico Mezzana
spettacolo vincitore dei bandi European Young Theatre 2019 / Powered by REf 2020 / Animali teatrali fantastici 2021
con il sostegno di Carrozzerie n.o.t. / Olinda
Quando
venerdì 22 luglio
ore 19.00
Durata
55 minuti
Biglietteria / Prenotazioni
Gli spettacoli in programma per la nona edizione di Direction Under 30 hanno biglietto unico di 5 euro. Prenotazioni online
Nel programma di
Stagione 2022
Terreni fertili festival
— Direction Under 30