Vestiges – Spectacle Primitif

mer. 16 / 7 / 2014
ore 21.30
gio. 17 / 7 / 2014
ore 21.30

Vestiges – Spectacle Primitif
Cendres la Rouge

All’interno di un laboratorio di paleontologia, Marta si dà da fare ad analizzare dei piccoli scheletri scoperti di recente. Siccome sfuggono a ogni nomenclatura conosciuta, tenta di svelare il mistero della loro origine, della loro vita. Questo compito coincide con degli strani fatti: caduta ricorrente di terra nel laboratorio, perturbazioni atmosferiche. L’attività di Marta la porta a far rivivere un mondo scomparso attraverso gli scheletri che studia. Ciò che immagina prende corpo, e così entra in un mondo fantastico e allucinatorio, dove incontra un piccolo scheletro che diventa la sua guida. Di volta in volta maltrattata, spaventata, meravigliata, si svela nel corso del suo viaggio una parte di lei che ignorava.
Quando torna al suo lavoro, apparentemente non è cambiato nulla. Apparentemente.

Cosa vanno fantasticando gli archeologi?
Non è così ingenuamente che i bambini vedono dei dinosauri negli scheletri della compagnia. Anche se questo piccolo popolo d’ossa evoca proprio gli ospiti di un museo di storia naturale per il loro aspetto e la loro messa in scena, rimane il fatto che è la loro scomparsa a far nascere il mistero e i fantasmi che circondano i giganti del giurassico. Antenati oscuri e magnifici, ci piacciono proprio perché non avremmo potuto esistere insieme a loro. In altre parole, stanno bene là dove sono, nella morte.
Ci sono situazioni in cui si può avere la possibilità di guardare la morte in faccia, con sincerità o in modo innocente, senza nemmeno pensarci, assorti nella bellezza della vita nel momento in cui s’incarna nella plasticità degli scheletri, nei loro movimenti semplici e naturali.
Non ci sono dinosauri in Vestiges, ma la vertigine delle origini rimanda al ruolo della morte nel ciclo della vita. Morte degli esseri, delle idee, dei ricordi, delle società e delle civiltà.

Dall’automa alla marionetta
Le creazioni di Cendres la Rouge, riunite sotto il titolo generico dell’Ossario sgraziato, mettono in scena dei personaggi-automa. Creati da Alain Terlutte, questi automi e marionette sono la base stessa della scrittura degli spettacoli. A partire dallo stesso materiale, l’osso, lo scheletro, Cendres la Rouge sperimenta forme sempre diverse.
In Vestiges è la marionetta a trovarsi al centro dei nostri pensieri. L’agilità del personaggio-automa ha fatto nascere una certa frustrazione: può potenzialmente compiere svariati movimenti ma, con il suo tipo di mobilità, non ne ripeterà instancabilmente che uno solo. L’evoluzione tendeva verso un’autonomia di questi personaggi-automi, in due direzioni: volevano mettersi al servizio di una narrazione e volevano lasciare il loro supporto. Per aprire questi orizzonti, occorreva un marionettista.
Un altro aspetto dell’evoluzione del lavoro riguarda il rapporto con l’essere vivente. L’attrice, che nella creazione precedente rappresentava il passaggio verso un altro mondo, diviene ora complice in Vestiges. Là i due mondi si avvicinavano, qui si fondono. Non è più il mondo degli umani che guarda l’altro e che gli applica un discorso. È il confine tra l’uno e l’altro, tra la realtà e il sogno che diviene sfumato.

scrittura e concezione Julien Aillet, Sandrine Châtelain, Didier Cousin e Alain Terlutte
direttore Didier Cousin
con Julien Aillet, Sandrine Châtelain e Alain Terlutte
marionette e automi Julien Aillet e Alain Terlutte
creazione del suono Ivann Cruz
creazione leggera Claire Lorthioir
costruzione Alexandre Herman

Nel programma di
Stagione 2014

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